Architetto, donna e araba. Il miracolo di Zaha Hadid
Non è difficile farsi un?idea di quante scale abbia dovuto salire nella sua vita questa giovane ragazza di Baghdad amante della matematica. Di quanti ostacoli abbia superato. “Non potete immaginare le enormi resistenze a essere una donna, e una donna araba soprattutto. Quando sono riuscita a ad essere accettata come donna, essere una donna araba è diventato un problema” amava ricordare Zaha Hadid raccontando la sua vita di architetta più famosa del mondo. Non parlava volentieri di quella sua prima parte della vita, di quella sua condizione di giovane araba borghese che aveva scelto di cambiare mondo e cambiare vita.
Nata a Baghdad nel 1950, aveva studiato matematica all?università americana di Beirut prima di completare la sua formazione alla prestigiosa Architectural Association di Londra, dove aveva incontrato Bernard Tschumi e Rem Koolhaas, nel cui Office for Metropolitan Architecture (OMA) iniziò a lavorare, prima di fondare nel 1980 uno studio personale (che ha raggiunto oggi i 250 dipendenti, ma qualcuno ne conta fino a quattrocento, collaboratori compresi in tutto il mondo). Prima donna a ricevere il prestigioso Pritzker nel 2004, quest?anno ha ricevuto, prima donna della storia del premio, la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects per il suo lavoro, dopo architetti come Jean Nouvel, Frank Gehry e Oscar Niemeyer. I suoi disegni hanno dato vita a opere in tutto il mondo, da Hong Kong, alla Germania, all’Azerbaijan, al Gi...
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