Giardinieri metropolitani. Istruzioni per l’uso
La signora Giada Turrini e suo marito Alfonso Lazzaro Gesualdi vivono nel quartiere Forlanini, poche fermate in autobus da Rogoredo, al pian terreno di un condominio recentissimo, con pochi abitanti, ora come ora quasi tutti in vacanza. È una zona tranquilla, senza troppi rumori, e se si alza il vento pioppi e i carpini fanno un concerto di fruscii insieme agli uccelli. Fuori dalla cucina hanno un giardino su strada e a proteggerli da sguardi una siepe di Rhynchospermum jasminoides – il famoso falso gelsomino, quello che arricchisce di fiori bianchi e profumo le estati mediterranee – invecchiata per le potature sbagliate. Il giardino si attraversa con poche lunghe falcate, è rettangolare e molto semplice: qualche vasetto di piante da utilizzare in cucina, un rigoglioso prato verde scuro, un verde zuppo di acqua che occupa tutta la superficie.
L?estate è iniziata due giorni fa, ma il caldo è arrivato da settimane, insopportabile e i signori Turrini-Gesualdi, che tengono molto al loro giardino, per star tranquilli usano un piccolo irrigatore con una centralina computerizzata, perché durante il giorno sono fuori casa per lavoro. Il timer è impostato per attivarsi quattro volte nell?arco della giornata, ogni sei ore a partire dal sorgere del sole.
Fa talmente caldo che sembra di camminare per strada con indosso un pesante cappotto, la città è un forno, e la campagna non è da meno: non è il poco cemento a salvare dalle temperature insopportabili, n...
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