Instagrammabile: un?architettura a misura di selfie
Farsi una foto davanti al Colosseo, su una spiaggia corallina, davanti alle Dolomiti non è certo una novità. Tutti noi abbiamo in casa album delle vacanze, ricordi di un viaggio, istantanee di luoghi che abbiamo visitato tanto tempo fa. Ricordi personali che appartenevano a noi, solo a noi, e ai nostri cari. Nel tempo del web gli stessi luoghi e gli stessi viaggi non sono più strettamente personali: tutto diventa collettivo, condiviso, moltiplicato all?infinito. Ovunque ci troviamo possiamo fare vedere a tutti che cosa stiamo vivendo. In questo turbinio di immagini che affollano i social (da Facebook a Instagram), le città sembrano conoscere un periodo di particolare successo: qui si concentrano monumenti, opere d?arte, architetture più o meno famose, locali eccentrici, murales colorati. Le città diventano così dei set perfetti, scenografie suggestive, dove scattare fotografie e farsi ritratti digitali. Naturalmente Instagram – il social di immagini, filmati e storie, più amato dai giovani – con i suoi 800 milioni di utenti ha amplificato questo fenomeno al massimo livello. Tanto che è stata coniato un aggettivo ad hoc che descrive l?attitudine di alcuni luoghi a diventare virali: instagrammabile.
I miei studenti di architettura, da cui ho appreso il termine, prima di ritrovarlo usato nei saggi di comunicazione, lo usano con disinvoltura. È instagrammabile il nuovo negozio di Apple a Milano, che da spazio di commercio è diventato una piazza urba...
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