La strada si snoda nella valle, tra le colline dolci e addossate
La strada si snoda nella valle, tra le colline dolci e addossate. Sullo sfondo azzurro, il sottile nero dell’alta tensione fa il suo gioco ondulato: una melodia fluida scandita dal ritmo della distanza. Una catena di capannoni si allunga senza regole, nuovi e vecchi, in uso e no. I casolari più rustici, protetti da fusti altrettanto anziani, cercano di non vederne il degrado. Sopra, le linee del coltivato esplicitano i movimenti della terra, e una fantasia scientifica viaggia in profondità per scoprirne i moti più intimi. La geometria del suolo è piuttosto irregolare, appezzamenti ortogonali si alternano a piccoli boschi o alberi da frutta. La vegetazione spontanea si affolla nelle linee di confine e contamina, singolarmente o in gruppo, anche i campi coltivati. Un castello medievale, ormai senza potere, veglia sul contado. In alto, le cime dell?appenino richiamano le nuvole bianche. Attraversiamo l’ansa di un torrente che da un po? insegue l?asfalto. Le spinte del terreno si fanno intense, ci avviciniamo alle montagne. Il panorama si fa incontaminato, gigantesche onde di verde si stagliano contro il cielo, spinte dalle imponenti rocce sedimentarie. Le case hanno abbandonato le tinte pastello della costa, facendosi più terrose; arroccate sugli avamposti di un tempo, si distanziano dalla vallata, circondate dalla reti di oliveti, che cerca una spazialità geometrica nel caos del boschi. In basso, una diga forma un bacino colore verde e azzurro, compromes...
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