Laboratorio Colombia: quando la pace trova il suo habitat congeniale
Si fa presto a dire pace.
La notizia del Nobel a dire il vero non mi coglie poi cosi di sorpresa, anche se mi fa molto piacere. In Italia arriva in tarda mattinata, e penso subito che in Colombia la maggior parte della gente per il fuso orario è ancora nelle braccia di Morfeo, come si dice. e divento quasi impaziente aspettando le prime reazioni sui social, sono proprio curioso, non vedo l?ora di leggere su Facebook i primi commenti. Eh già, perché questi sono stati giorni intensi: innumerevoli post, commenti, condivisioni di amici, studenti, colleghi colombiani. Un fermento abbastanza vivace, sofferto, caldo: chi ha vissuto lì sufficienti anni, può capire perfettamente quanto questo sia uno dei grandi appuntamenti nevralgici, della storia: la firma della Pace nella cornice di Cartagena, il ?golpe? abbastanza sorprenderete (quello si mi ha sorpreso) del referendum andato a male, e poi il desiderio animato da energie prese da chissà dove, di creder comunque che si, la pace si può, è possibile e non è la somma degli emoticon, non si sorregge sulle leggendarie farsi di questo o quel leader, non è una sdolcinato anelo. E qualcosa di nuovo, un esperimento sofferto, lento, ma costante, che dirà probabilmente qualcosa di nuovo sullo stesso concetto di ?Pace?. Colombia. Un laboratorio di esperienze, di idee, di contrasti, che fa da incubatrice per l?intero subcontinente.
La Colombia non può vantare tanti legami o circuiti culturali legati al vecchio continente come a...
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