Le porte della città araba sono strette
Oggi le città arabe sembrano più lontane che mai, con i loro nomi di sogno ? Cairo, Tripoli, Damasco – sempre più associati a cronache di guerra e terrorismo. Rara eccezione, il Marocco: ancora visitabile, nonostante la paura che ne ha allontanato il turismo di massa. Se il Marocco dà anche solo un assaggio di ciò che sono le città arabe, quello che vediamo sull?altra riva del Mediterraneo, come in uno specchio, sono luoghi che appaiono simili e al tempo stesso del tutto diversi dalle nostre città. In città come Fes, Meknes e Marrakech, a cambiare sono soprattutto i luoghi che tradizionalmente ospitano la vita pubblica.
A differenza della città europea, dove l?incontro è pensato in grandi spazi pubblici come le piazze, in Marocco l?architettura della città araba sembra aver trovato la soluzione opposta. Nei nuclei storici o subito fuori dalle loro mura, le grandi piazze sono rare e danno l?idea di doverne fuggire al più presto, per non restare in balia del sole o di venditori agguerriti. Già i suk, gli infiniti mercati stipati di qualunque merce, si sviluppano in modo più raccolto, per chilometri di strade strette e riparate dal sole. Ma nelle più antiche città del Marocco, i veri spazi di incontro si aprono oltre strette porte a sesto acuto. Lo spazio di incontro per eccellenza sembra lo spazio della religione, con moschee tanto chiuse all?esterno quanto accoglienti una volta superate le barriere di ingresso. L?entrata è riservata ai musulmani e la ...
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