Milano: tra guerriglia urbana e reazione popolare
La violenza, quella gratuita e improvvisa, lascia sempre attoniti. Anche quando attesa, ha sempre un potere destabilizzante. Quella sferrata a Milano da qualche centinaia di ragazzi ha suscitato sgomento e incredulità. Era prevedibile – accompagna ormai da anni ogni grande evento internazionale – ma ha colpito nel segno, anche stavolta. È una violenza priva di ogni senso, fine a se stessa, senza alcun riferimento ideologico, vuota. Non ha rivendicazione, non ha messaggio, non ha contenuto. Esecrabile lo sarebbe in ogni caso, ma certamente questa vacuità e indifferenza rispetto al senso delle proprie azioni, ha colpito l?immaginario collettivo.
La città ha avuto riflessi pronti e i cittadini scesi in strada per cancellare i danni più evidenti hanno voluto esprimere il proprio sentimento di appartenenza e comunanza, con immediatezza. Domenica alla mobilitazione civica indetta dal Sindaco con l?amministrazione comunale e da una larga parte della società civile Nessuno tocchi Milano, hanno aderito in 20.000, per condannare ogni violenza e mostrare un volto compatto della città. L?atto violento, nella forma della guerriglia urbana o dell?atto terroristico, ruba la scena e confonde le acque, polarizza le posizioni, cancella ogni voce di mezzo. Lo sappiamo. È sempre così. In televisione e sulla stampa sono praticamente scomparse le immagini della manifestazione pacifica, delle tante voci che hanno voluto esprimere la propria distanza critica dal modo in cui l...
-------------------------------- |
|