Non c’è più l’Italia di una volta (me l?ha detto un colombiano)
È la notte del 24 agosto 2016. Un terremoto ? magnitudo 6, epicentro tra Amatrice e Arquata del Tronto – scuote l’Italia centrale. In uno dei borghi devastati dal sisma, nonna Lucilla si rialza, le pareti della sua casa le hanno miracolosamente permesso di uscire indenne. La sua dentiera invece è rimasta sul comodino, intatta. Nonna Lucilla scopre un buco che si apre sulla sua camera da letto e permetterebbe di raggiungere l’agognata dentiera.
“Giulia, me l’andresti a prendere"”, dice alla nipote, che è corsa fuori casa senza scarpe e coperta di polvere. “Nonna, qui crolla tutto e tu a cosa pensi" Alla tua dentiera"”.
Ascolto questo racconto nel corso di Habitandando, un workshop itinerante che ogni anno porta in Italia, per due settimane, studenti colombiani di architettura. Siamo al confine tra Abruzzo, Marche e Umbria. Qualcuno fa subito notare che l’aneddoto è una rappresentazione perfetta di quel che sta succedendo a queste terre d’Appennino. Non c’è più l’Italia di una volta. La crisi che colpisce il paese è una condizione permanente, che eventi come il terremoto contribuiscono soltanto ad accelerare. Eppure, come nonna Lucilla, pensando al futuro di questi territori si continua a cercare qualcosa che non solo è irrimediabilmente perduto, ma neppure è essenziale. Qui cambia tutto, crolla tutto, e noi a cosa pensiamo per lo sviluppo dell’Italia" E cosa pensa un ...
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