Oddio, un McDonald a Borgo Pio!
Dal 4 gennaio, Mc Donald ha aperto un nuovo ristorante a Roma. A Borgo Pio, per la precisione: non una qualsiasi via del centro o un qualunque centro commerciale della periferia, bensì il quartiere a ridosso di piazza San Pietro, un luogo strategico per intercettare i milioni di turisti e pellegrini che ogni anno visitano il Vaticano. Come sempre in questi casi, la nuova apertura ha suscitato un coro di voci scontente: intellettuali, commercianti e residenti del centro hanno firmato appelli contro l’ennesimo tentativo di mercificazione di Roma; alcuni cardinali che abitano sopra il ristorante si sarebbero lamentati dei fumi in uscita dalle cucine; le istituzioni del Primo municipio e del Comune di Roma invece si rinfacciano la responsabilità di aver detto sì all’ennesimo McDonald. La notizia di per sé non è così interessante, ad essere sinceri. Si potrebbe creare un generatore automatico di notizie simili a questa: “Ecco, anche a (inserire città: Firenze, Venezia, Milano") apre l’ennesimo (McDonald, Apple Store, Eataly") al posto di (un cinema, un caffè storico, una libreria")”. Non serve essere Richard Florida per riconoscere i benefici economici del turismo, né occorre che sia Salvatore Settis a far notare i rischi di città sempre più omologate a fini turistico-alberghieri: è indubbia la necessità di trovare un punto di equilibrio tra le normali dinamiche di trasformazione urbana e le caratteristiche di urbani...
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