Oslo ha paura di crescere. E chi non ne ha mai avuta"
Oslo è una bella ragazza giovane e un po? acerba. Ama i suoi genitori, le loro tradizioni, la loro cultura, ma quante volte ha pensato di scappare di casa, di diventare grande! Oslo sta crescendo, lo si nota da un anno all?altro, lo si legge sui giornali, lo si vede passando davanti ai grandi cantieri in centro, dove si colmano vuoti di una città che non aveva mai avuto bisogno di farlo prima d?ora. Ma veniamo ai numeri: le previsioni statistiche più ottimiste parlano di una crescita di circa 200 000 abitanti nei prossimi 15 anni. Si passerebbe dai 650 000 odierni a un numero che potrebbe sfiorare gli 850 000 nel 2030. E ce n?è bisogno, eccome.
Gran parte dei quartieri della città sono composti da residenze a bassa densità, sì le tipiche casette di legno rosse e bianche. Queste non compongono solo il paesaggio urbano, ma anche la storia di un paese, la cultura e i modi di vivere. E? il paesaggio delle case costruite ?da sé? del secondo dopoguerra, dei quartieri con forte identità, con le scuole migliori, dei barbecue la domenica. La ?città? quella vera, è a 10 minuti di macchina, ci si va per lavorare, il venerdì per mangiare fuori e andare a teatro, ma poi si torna indietro. Nella città, quella densa, vivono i giovani lavoratori, gli studenti, gli stranieri, relativamente poche famiglie, perché quelle, va da sé, hanno bisogno di un giardino e una casa a due piani. Questo racconto stilizzato è uno scenario un po? colorito da cui comunque partire quando ...
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