Potrei ma non voglio. Le infinite possibilità a cui rinunciare nella vita in città
Dove abito io, potrei fare la spesa in ogni ora del giorno. Tutto il giorno e tutta la notte. Se nel cuore della notte mi ricordo che mi manca il sale non è un problema. Non devo certo bussare al vicino di casa. Potrei andare al cinema tutti i giorni e vedere un film diverso, la multisala cambia programmazione tutti i mercoledì. Ogni domenica potrei andare a teatro, al museo, alla pinacoteca, sentire un concerto in una bella sala o in un parco d?estate. Quanto a mangiare, in ogni angolo della città trovo cibo in abbondanza e per tutte le tasche, di ogni gusto e provenienza. Posso scegliere la scuola dei miei figli, tra molte, decidere a quali gruppi sportivi iscriverli. Se avessi molto tempo potrei attardarmi nei piccoli negozi del quartiere, se ne avessi pochissimo potrei decidere di farmi portare la spesa a casa, un piatto già pronto prima dell?arrivo degli ospiti, una pizza a tarda ora.
Potrei ma non lo faccio. Non faccio la spesa di notte. Non vado al cinema tutte le settimane. E? rarissimo che vada a teatro o al museo di domenica. I figli li ho pigramente iscritti alla scuola di quartiere, senza considerare nemmeno la scuola cattolica o quella ebraica, la steineriana o l?umanitaria. Non ho fatto molte cose, ma so che potrei farle, so che altri le fanno anche se io non le farò, potrei sempre decidere di farle. Questo mi pare il senso più profondo di vivere in una grande città. L?esperienza urbana non corrisponde solo a quello che i cittadini fanno, ma anche a q...
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