Proteste e disuguaglianza urbana: cosa sta succedendo in Cile"
È la seconda sera di coprifuoco, qui a Santiago del Cile. Il rumore di un nuovo cacerolazo ? manifestazione di protesta al suono di pentole e tegami – si sente dalle finestre e dalla televisione, che teniamo accesa da venerdì e trasmette notizie in diretta ininterrottamente. Ogni giorno, il rumore si fa più intenso: partecipano sempre più persone, sfidano il divieto di uscire di casa e i militari nelle strade, protestano quartieri di diversa estrazione sociale. Le proteste continuano a coprifuoco iniziato, in tutta la metropoli. Proseguono nell?emblematica plaza Italia, nel mio quartiere di classe medio-bassa, in zone più ricche o più periferiche della città.
È una protesta trattata, finora, come un problema di ordine pubblico, da controllare limitando le libertà personali. Ed è una protesta urbana, che nasce da un aumento delle tariffe del trasporto pubblico ma ha radici più profonde, nella disuguaglianza strutturale del paese. Come santiaguino d?adozione da oltre un anno, come urbanista e ricercatore che lavora con mobilità urbana e inclusione sociale, sento la necessità di raccontare cosa sta succedendo in questo paese tanto lontano dall?Italia e il dovere di spiegare qualcosa degli squilibri sociali che stanno generando tutto ciò.
I fatti: una protesta che va oltre un aumento delle tariffe
La protesta di Santiago nasce come reazione ad un aumento delle tariffe annunciato nel fine settimana, solo due giorni prima che entrasse in vigore...
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