Tutti gli spazi tra le case dovrebbero essere giocabili
L?esperienza di Amsterdam, se rivisitata oggi ed alla luce delle nuove domande sulla qualità e abitabilità dello spazio urbano rivela che i vuoti tra gli edifici non sono anonimi spazi in abbandono, ma piuttosto ambiti in grado di stimolare l?interazione degli individui a livello sociale.
A distanza di tanti anni si è colpiti dalla straordinaria attualità dello sguardo che van Eyck sapeva posare sugli spazi urbani: là dove gli altri vedevano rovine, retri e spazi residuali egli vedeva un valore inespresso ed una potenzialità; dove gli altri vedevano uno spazio da riempire e da definire rigidamente mediante un codice, egli vedeva un campo da generare con interventi discreti e morbidi, uno strumento di immaginazione.
Chiamato dalla municipalità di Amsterdam, Van Eyck ha realizzato tra il 1947 al 1973 circa 700 spazi gioco per bambini, su aree considerate perse, di scarsa qualità ambientale o inutilizzate. Queste aree ripensate per il gioco e la sosta dei bambini punteggiano la città e sono organizzate con pochi elementi geometrici, semplici e discreti, quasi a voler sembrare casualmente inseriti nell?ambiente circostante. Nel corso degli anni, van Eyck ha potuto così mettere a punto gli elementi costitutivi della sua poetica dello spazio ?intermedio?, in-between. Egli mette in discussione radicalmente l?idea che la città si costruisca attraverso architetture e manufatti (i pieni) e rivaluta la rappresentazione dei vuoti urbani, che il sistema urbanistico normati...
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