Virtuosi nelle città, barbari nella natura
Siamo tutti d’accordo, o così pare
Gli scienziati ci dicono che il cambio climatico esiste, da anni. Forniscono dati, ricerche, hanno evidenze empiriche e studi di caso che lo dimostrano ampiamente.
Iniziano a convincersi i non esperti e i non addetti ai lavori: anche gli scettici, i complottisti, ammettono che i ghiacciai scivolano a valle, i mari si alzano e le foreste che bruciano producono un danno ambientale per tutti.
Anche gli adulti competenti, quelli che faticano a comprendere il linguaggio della giovane Greta, quelli che pensano che sia meglio stare a lezione e chiamare a discutere uno scienziato e un esperto di clima, anche loro cominciano a nutrire qualche dubbio: magari non sarà tutta colpa del capitalismo o del carbone ma forse il nostro sistema economico ha impatti che il pianeta non riesce più a sostenere.
Siamo tutti d?accordo.
L’antropocene e la nuova questione ecologica
È la prima volta che nella storia di questo pianeta che il suolo, il sottosuolo e la cappa atmosferica sono modificati da inedite composizioni chimiche, fisiche e biologiche. Già negli anni Ottanta un gruppo di studiosi ha definito questa nuova era geologica come l?Antropocene (il termine è stato introdotto dal biologo Eugene Stoermer e poi adottato nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen), l?epoca in cui le principali trasformazioni del mondo sono attribuibili all?essere umano, che con strumenti, modi e intensità non paragonabili alle genera...
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